Una corretta nutrizione rappresenta l’unico modo per limitare e correggere la alterazioni metaboliche correlate a qualunque malattia media e chirurgica. Punto cruciale di una adeguata nutrizione è la tolleranza all’esercizio fisico, indispensabile per conservare o migliorare l’autonomia motoria, l’autosufficienza e la qualità della vita. La ricerca clinica ha evidenziato i benefici di alcuni nutrienti come gli aminoacidi essenziali per prevenire la perdita di massa magra e di muscolo.
La riabilitazione in fisiatria
Nell’ambito della medicina fisica e riabilitativa (fisiatria) le modalità di nutrizione rivestono un ruolo di primaria importanza. La ricerca clinica di settore ha evidenziato, al riguardo, i benefici di alcuni nutrienti come gli aminoacidi essenziali, disponibili oggi per l’integrazione per prevenire la perdita di massa magra e di muscolo.
Il tema centrale è la restituzione di una buona funzionalità dei mitocondri, gli organelli presenti in ogni cellula del nostro corpo. Si tratta, infatti, di affiancare alle consuete strategie di riabilitazione un piano nutrizionale disegnato sui singoli pazienti per favorire il loro pieno recupero. L’efficienza mitocondriale è decisiva anche per garantire una buona funzionalità del sistema immunitario e delle funzioni cognitive.
Riabilitazione neuromotoria
Il Parkinson e alcune malattie neurologiche croniche così come gli esiti di traumi cerebrali che coinvolgono le vie nervose motorie richiedono la messa in atto di specifici programmi per ristabilire la mobilità e, più in generale, uno stato di benessere fisico, psichico e sociale (secondo i dettami dell’OMS). Un obiettivo che si centra con la riabilitazione neuromotoria attraverso esercizi e manovre finalizzati al recupero delle abilità motorie, dell’equilibrio e del controllo posturale.
Riabilitazione respiratoria
Broncopneumopatia cronico ostruttiva (BPCO), asma ed enfisema polmonare comportano difficoltà respiratorie conseguenti ad uno stato di infiammazione cronica e alla perdita di elasticità delle vie respiratorie. Le tecniche di riabilitazione respiratoria in questi casi favoriscono la disostruzione delle vie aeree, rieducano i pazienti al giusto utilizzo dei muscoli respiratori e incrementano la resistenza agli sforzi riducendo la dispnea ovvero la sensazione di fatica nel respirare. La riabilitazione respiratoria può rendersi necessaria anche dopo un intervento chirurgico, nelle malattie neuromuscolari, nelle deformazioni della colonna vertebrale come una grave scoliosi o nei pazienti obesi.
Riabilitazione cardiologica
Può essere un intervento di cardiochirurgia (bypass aortocoronarico o sostituzione valvolare) oppure l’esito di un infarto del miocardio che, distruggendo una parte del muscolo cardiaco, limita fortemente la funzione di pompa del cuore fino a sfociare nello scompenso cardiaco. In tutti questi casi viene prescritto un percorso di riabilitazione cardiologica al fine di ristabilire l’autonomia del paziente, almeno nelle mansioni quotidiane. I programmi condotti dai terapisti comprendono esercizi di ginnastica respiratoria, attività fisica, stretching del muscolo insieme a supporti di tipo psicologico ed educativo. Importante, anche in questo caso, affiancare un adeguato lavoro di tipo dietetico e nutrizionale.
Riabilitazione reumatologica
A fronte di malattie come l’artrite reumatoide, le artriti in genere, l’artrosi e l’osteoporosi, il solo farmaco non basta. Gli specialisti raccomandano l’instaurazione di un programma di riabilitazione reumatologica multi-disciplinare comprendente la fisioterapia, il controllo dei sintomi dolorosi, l’educazione alimentare e gli stili di vita. Il tutto deve essere centrato sulla situazione fisica, psicologica e sociale di ogni singolo paziente. Essenziale anche il ricorso a una strategia nutrizionale che contrasti la perdita di massa magra e di muscolo dovuta all’immobilità e contribuisca a tenere sotto controllo l’infiammazione.
Perché gli aminoacidi essenziali?
In tutte le situazioni riabilitative l’apporto di aminoacidi essenziali si è rivelato in grado di sostenere il recupero delle funzionalità che, in questi pazienti, sono spesso compromesse a vari livelli: si usano miscele di aminoacidi detti essenziali perché il nostro corpo non è in grado di sintetizzarli in quantità sufficienti ma devono essere assunti dall’esterno, tramite la dieta o l’integrazione alimentare. Fondamentale è la presenza di aminoacidi ramificati (leucina, valina e isoleucina) capaci di riattivare la sintesi delle proteine che costituiscono il muscolo, compreso il miocardio ovvero la componente muscolare del cuore. Lunghi periodi di immobilità determinano, infatti, una pericolosa perdita di massa magra pregiudicando l’attività fisica, l’autonomia personale e la qualità di vita. Gli stessi aminoacidi essenziali concorrono a restaurare la funzionalità mitocondriale e la produzione di nuovi mitocondri, le centraline energetiche che forniscono carburante al muscolo e a tutte le funzioni vitali. Ciò comporta un aumento del metabolismo delle cellule, solitamente ridotto per esempio in caso di BPCO e di scompenso cardiaco. L’integrazione di aminoacidi, inoltre, riveste un ruolo, nel contesto di un intervento multidisciplinare, nella riabilitazione delle persone che hanno subìto fratture osteoporotiche e costrette all’immobilità per lunghi periodi di tempo, soprattutto quando si è verificata una perdita di massa magra (sarcopenia).
Aminotrofic è costituito da aminoacidi essenziali qualitativamente e quantitativamente ben definiti che, migliorando la nutrizione, permettono di conservare l’autonomia fisica, con riduzione del rischio di fragilità, specie nel soggetto anziano.